Varianti Covid. Il 54% delle infezioni è ormai da variante inglese. Meno contagi da quella brasiliana (4,3%) e sudafricana (0,4%). Il nuovo studio Iss
Nuova indagine dell’Istituto insieme a Ministero, Regioni e alla Fondazione Bruno Kessler sulla diffusione delle varianti del virus nel Paese.
Data:
10 Marzo 2021
Nuova indagine dell’Istituto insieme a Ministero, Regioni e alla Fondazione Bruno Kessler sulla diffusione delle varianti del virus nel Paese. “La ‘variante inglese’ sta diventando quella prevalente nel paese, e in considerazione della sua maggiore trasmissibilità occorre rafforzare/innalzare le misure di mitigazione in tutto il Paese”. A livello regionale la variante inglese è più presente in Molise (93,3%), Sardegna (75%), Liguria (72,7%), Campania (59,3%). Per quanto riguarda la brasiliana essa si trova di più in Umbria (36,2%), Toscana (23,8%) e Lazio (13,2%). La variante sud africana invece è stata rinvenuta solo in Lombaria, Pa Bolzano e Sicilia. IL DOCUMENTO
02 MAR – In Italia al 18 febbraio scorso la prevalenza della cosiddetta ‘variante inglese’ del virus Sars-CoV-2 era del 54,0%, con valori oscillanti tra le singole regioni tra lo 0% e il 93,3%, mentre per quella ‘brasiliana’ era del 4,3% (0%-36,2%) e per la ‘sudafricana’ dello 0,4% (0%-2,9%). La stima viene dalla nuova ‘flash survey’ condotta dall’Iss e dal ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler.
Per l’indagine è stato chiesto ai laboratori delle Regioni e Province autonome di selezionare dei sottocampioni di casi positivi e di sequenziare il genoma del virus, secondo le modalità descritte nella circolare del ministero della Salute dello scorso 17 febbraio. Il campione richiesto è stato scelto dalle Regioni/PPAA in maniera casuale fra i campioni positivi garantendo una certa rappresentatività geografica e se possibile per fasce di età diverse. In totale, hanno partecipato all’indagine le 21 Regioni/PPAA e complessivamente 101 laboratori, e sono stati effettuati 1296 sequenziamenti.
Queste le principali riflessioni emerse dalla survey
– La cosiddetta ‘variante inglese’ sta diventando quella prevalente nel paese, e in considerazione della sua maggiore trasmissibilità occorre rafforzare/innalzare le misure di mitigazione in tutto il Paese nel contenere e ridurre la diffusione del virus mantenendo o riportando rapidamente i valori di Rt a valori <1 e l’incidenza a valori in grado di garantire la possibilità del sistematico tracciamento di tutti i casi.
– Dai dati emerge una chiara espansione geografica dall’epicentro umbro a regioni quali Lazio e Toscana della cosiddetta ‘variante brasiliana’, che deve essere contrastata con le massime misure di mitigazione.
Lo studio, si rimarca però potrebbe avere dei limiti:
– Il metodo di campionamento potrebbe essere disomogeneo tra le varie Regioni/PPAA.
– Per alcune regioni, essendo bassa la numerosità della popolazione, il numero di sequenze è
esiguo, per cui la presenza di varianti virali circolanti potrebbe non essere individuata.
– Non sono al momento disponibili dati relativi alle fasce di età dei casi selezionati per la survey,
alla possibile appartenenza a focolai, e alla geo-localizzazione (potenzialmente utili per valutare
con maggiore accuratezza la rappresentatività geografica).
Detto ciò a livello regionale la variante inglese è più presente in Molise (93,3%), Sardegna (75%), Liguria (72,7%), Campania (59,3%). Per quanto riguarda la variante brasiliana essa si trova di più in Umbria (36,2%), Toscana (23,8%) e Lazio (13,2%). La variante sud africana invece è stata rinvenuta solo in Lombaria, Pa Bolzano e Sicilia.
02 marzo 2021
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Ultimo aggiornamento
10 Marzo 2021, 22:15
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