Puglia: al via la candidatura per realizzare un hub delle Scienza della vita
di Vincenzo Rutigliano Un hub pugliese delle Scienze della Vita da candidare ai fondi del Piano operativo salute (FSC 2014/2020), un maxi polo di eccellenza per le cure più innovative in tema di oncoematologia, neurotossicità, malattie croniche neurodegenerative e microbiota intestinale.
Data:
20 Maggio 2021
di Vincenzo Rutigliano
Un hub pugliese delle Scienze della Vita da candidare ai fondi del Piano operativo salute (FSC 2014/2020), un maxi polo di eccellenza per le cure più innovative in tema di oncoematologia, neurotossicità, malattie croniche neurodegenerative e microbiota intestinale. La proposta progettuale, se approvata dal ministero della Salute, impegnerebbe risorse per 39-40 milioni di euro sui quasi 80 complessivi disponibili per la Traiettoria 4, azione 4.1, dello stesso Piano operativo salute che, rispetto alla dotazione di 99 milioni, ne stanzia l’80% per le regioni del Sud e la parte residua per il Nord.
La candidatura per questo hub delle Scienze della Vita, che verrà trasmessa al ministero nei prossimi giorni, si inserisce in un’ottica più ampia che ha già visto la regione creare il Tecnopolo Puglia per la Medicina di Precisione che conta su una dotazione complessiva, a carico della stessa regione, di 28 milioni di euro nel periodo 2018-2023 e che ha come nucleo fondatore la regione, l’istituto di Nanotecnologia del Cnr (Cnr Nanotec) di Lecce, università di Bari con il Centro di malattie neurodegenerative e dell’invecchiamento cerebrale (CMNDG) presso l’Ospedale “G. Panico” di Tricase, l’Irccs Istituto Tumori “Giovanni Paolo II” di Bari (Onco Bari).
Anche in questa nuova azione progettuale, alla quale la regione sta lavorando da oltre un anno e mezzo, vi sarà, se finanziata dal ministero, l’intervento regionale con un cofinanziamento pari al 20% del totale e la sua realizzazione dovrà essere completata in 5 anni. I soggetti coinvolti nella proposta sono l’università del Salento (con il supporto di Cnr/Nanotec/Dhitech), quella di Bari (con il supporto dell’Azienda Ospedaliera G. Panico); i 3 IRCCS “Giovanni Paolo II” di Bari, Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo e “De Bellis” di Castellana Grotte, la Fondazione Policlinico Gemelli, l’istituto italiano di Tecnologia, l’IRCCS Bambino Gesù, l’Hbio (soggetto terzo) e il Ciheam di Bari.
” Il progetto -spiega Felice Ungaro, che per la regione ha il mandato collettivo con rappresentanza per tutti i rapporti con il ministero, compresi quelli relativi alle attività di erogazione del contributo – è costruire un hub che dovrebbe poter contare su due poli che dovrebbero nascere, uno su Bari e l’altro nel Salento. In Italia potrebbero essercene due di hub delle Scienze della vita”. E per il Sud potrebbero esserci altre candidature per quanto sarà importante anche la valutazione di ciò che è già in essere nelle regioni interessate, la caratura scientifica della proposta, gli obiettivi ai quali si punta. “La nostra -conclude Ungaro – è una scommessa importante, impegnativa, anche per una regione che si misura con una mobilità passiva molto alta, per alcune patologie, verso i poli del Nord e quindi, nel giro di 2-3 anni, contiamo di fare anche qui una serie di trattamenti innovativi, a livello nazionale ed internazionale, disponendo anche noi di personalità scientifiche di alto livello”.
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Ultimo aggiornamento
20 Maggio 2021, 21:02
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