Covid. Ema: “Completare in fretta ciclo vaccinale per contrastare la variante delta”. E su possibilità delle terze dosi: “È troppo presto”
L’Ente regolatorio europeo non si sbilancia ancora ufficialmente sulla vaccinazione eterologa ma spiega che “i risultati preliminari di studi in Spagna, Germania e Regno Unito suggeriscono una risposta immunitaria soddisfacente e nessun problema di sicurezza”.
Data:
16 Luglio 2021
L’Ente regolatorio europeo non si sbilancia ancora ufficialmente sulla vaccinazione eterologa ma spiega che “i risultati preliminari di studi in Spagna, Germania e Regno Unito suggeriscono una risposta immunitaria soddisfacente e nessun problema di sicurezza”. Infine viene sottolineato come misure quali l’uso della mascherina e il distanziamento sociale “dovranno ancora essere mantenute a un livello sufficiente a contenere la trasmissione comunitaria della variante Delta”.
14 LUG – La vaccinazione rimane una delle migliori misure di protezione contro il Covid-19. L’Ema e l’Ecdc in una nota esortano quindi i cittadini dell’UE a vaccinarsi e completare per tempo l’intero ciclo vaccinale alla luce della diffusione della variante Delta di Sars-CoV-2.
La variante Delta “desta preoccupazione in quanto si sta diffondendo rapidamente in Europa e potrebbe seriamente ostacolare gli sforzi per controllare la pandemia. Le evidenze suggeriscono che è dal 40% al 60% più trasmissibile rispetto alla precedente variante Alpha (Β.1.1.7) che è stata la prima grande variante a preoccupare l’UE. Inoltre, la variante Delta può essere associata a un rischio più elevato di ospedalizzazione. L’Ecdc stima che entro la fine di agosto la variante Delta rappresenterà il 90% di tutti i virus Sars-CoV-2 che circolano nell’UE. Ciò rende essenziale per i paesi accelerare i programmi di vaccinazione, compresa la somministrazione di seconde dosi ove raccomandato”.
Completare il ciclo vaccinale è dunque “fondamentale per beneficiare del più alto livello di protezione contro il virus man mano che la variante Delta si diffondei. Prove preliminari suggeriscono che entrambe le dosi di un vaccino Covid-19 a 2 dosi sono necessarie per fornire una protezione adeguata contro la variante Delta. Ci sono ancora 10 paesi dell’UE/SEE in cui quasi il 30% o più degli individui di età superiore agli 80 anni non ha ancora completato il ciclo di vaccinazione raccomandato, secondo il Vaccine Tracker dell’Ecdc”.
Dall’Ema è arrivato poi un richiamo anche agli operatori sanitari. “Per proteggere le persone fragili e anziane in ambienti chiusi, come i pazienti ricoverati o i residenti in strutture di assistenza a lungo termine, in alcuni paesi è necessario ulteriore lavoro per aumentare la diffusione del vaccino tra gli operatori sanitari e il personale di queste istituzioni. L’Ema e l’Ecdc incoraggiano gli operatori sanitari ad accettare le offerte di vaccinazione il prima possibile, per proteggere se stessi, le loro famiglie e coloro con cui lavorano e di cui si prendono cura”.
Per rispondere a queste esigenze e aumentare la copertura vaccinale, “i paesi possono adattare le proprie strategie, ad esempio per quanto riguarda l’intervallo tra la prima e la seconda dose, in base alla situazione epidemiologica e alla circolazione delle varianti e all’evoluzione delle prove sull’efficacia del vaccino contro le varianti”.
Quanto invece alla vaccinazione eterologa, “ci sono buone basi scientifiche per aspettarsi che questa strategia sia sicura ed efficace quando applicata alla vaccinazione contro il Covid-19. L’uso di una strategia di vaccinazione eterologa può consentire una protezione più rapida delle popolazioni e un migliore utilizzo delle scorte di vaccini disponibili. Ma attualmente, l’Ema e l’Ecdc non sono in grado di formulare raccomandazioni definitive sull’uso di diversi vaccini Covid-19 per le due dosi”. Tuttavia, “i risultati preliminari di studi in Spagna, Germania e Regno Unito suggeriscono una risposta immunitaria soddisfacente e nessun problema di sicurezza. Ulteriori dati sono attesi a breve e l’Ema continuerà a esaminarli non appena saranno disponibili”.
L’Ente regolatorio europeo è anche intervenuto sulla questione della terza dose. “Al momento è troppo presto per confermare se e quando sarà necessaria una terza dose di richiamo per i vaccini Covid-19, perché non ci sono ancora abbastanza dati dalle campagne di vaccinazione e dagli studi in corso per capire quanto durerà la protezione dai vaccini, considerando anche la diffusione di varianti.
Tuttavia, nel caso in cui possano rendersi necessarie dosi di richiamo, l’Ema e l’Ecdc stanno già collaborando tra loro e con i gruppi consultivi tecnici nazionali sull’immunizzazione (Nitag). Qualsiasi nuova prova che si renderà disponibile su questo argomento sarà rapidamente esaminata. L’Ema sta anche collaborando con gli sviluppatori di vaccini per coordinare la presentazione di questi dati. Ciò dovrebbe garantire che le misure regolamentari per consentire la possibilità di utilizzare una dose di richiamo possano essere intraprese il prima possibile qualora si rivelasse necessario”.
Infine viene sottolineato come misure quali l’uso della mascherina e il distanziamento sociale “dovranno essere mantenute a un livello sufficiente a contenere la trasmissione comunitaria della variante Delta fino a quando un maggior numero di popolazioni non sarà completamente vaccinato, al fine di evitare una recrudescenza dei casi con un possibile aumento dei ricoveri e deceduti. I cittadini dovrebbero seguire i consigli nazionali per proteggere se stessi e gli altri”.
14 luglio 2021
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Ultimo aggiornamento
16 Luglio 2021, 19:42
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