Congresso itinerante FNOPI: Marche e Abruzzo, tecnologia e domiciliarità

Marche e Abruzzo: la quarta tappa del Congresso itinerante FNOPI si concentra sul versante Centro Sud adriatico e valorizza la tecnologia a supporto dell’assistenza infermieristica di prossimità (quella a casa delle persone), soprattutto nei luoghi più difficili da raggiungere fisicamente (come le aree montane) e la volontà degli infermieri di non lasciare solo nessuno favorendo l’integrazione degli extracomunitari nel tessuto sociale con quattro capisaldi della buona salute: prevenzione primaria, educazione sanitaria e sessuale, lotta alle dipendenze patologiche, contrasto alla prostituzione.

Data:
24 Settembre 2021

Congresso itinerante FNOPI: Marche e Abruzzo, tecnologia e domiciliarità

Marche e Abruzzo: la quarta tappa del Congresso itinerante FNOPI si concentra sul versante Centro Sud adriatico e valorizza la tecnologia a supporto dell’assistenza infermieristica di prossimità (quella a casa delle persone), soprattutto nei luoghi più difficili da raggiungere fisicamente (come le aree montane) e la volontà degli infermieri di non lasciare solo nessuno favorendo l’integrazione degli extracomunitari nel tessuto sociale con quattro capisaldi della buona salute: prevenzione primaria, educazione sanitaria e sessuale, lotta alle dipendenze patologiche, contrasto alla prostituzione.

Marche e Abruzzo infatti sono caratterizzate da un’alta percentuale di cosiddette aree interne (soprattutto zone montane) che nelle Marche pongono in zone “svantaggiate” almeno una quarantina di comuni (o parte di questi) e in Abruzzo si avvicinano a 200.

In Italia oltre un terzo del territorio è classificato come “aree interne” (le zone montane coprono il 35,2% e le isole l’1% della Penisola) e in queste gli infermieri di famiglia e di comunità sul territorio e lo sviluppo della tecnologia rappresentano una necessità assistenziale.

Quello degli infermieri è quest’anno un congresso speciale anti-Covid, senza assembramenti e verificando sempre il Green Pass dei partecipanti, ma con i componenti del Comitato centrale della Federazione in viaggio con varie tappe fino al prossimo 12 maggio – Giornata internazionale dell’infermiere 2022 – in Sicilia.
In ogni occasione, premiate le buone pratiche e le eccellenze della professione infermieristica che, soprattutto sul territorio, hanno consentito di affrontare l’assistenza, anche durante la pandemia, rimanendo sempre vicini ai cittadini e  con l’unico obiettivo di soddisfare tutti i diversi bisogni di salute.

Ovviamente non mancherà il confronto con le istituzioni: oltre a numerosi esponenti della politica locale, nelle Marche, presso la Sala consiliare del Comune di Civitanova Marche il 24 pomeriggio alle ore 15 interverranno il presidente della Regione Francesco Acquaroli e l’assessore alla sanità Filippo Saltamartini . In Abruzzo, presso  il Parco della Scienza di Teramo alle ore  10 Interverranno anche il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio e l’assessore alla Sanità Nicoletta Verì.

Gli infermieri nelle due Regioni – che pure hanno perso dal 2009 a oggi le Marche il 2,94% e l’Abruzzo (in piano di rientro) il 7,66% di professionisti del settore – hanno messo in evidenza l’utilizzo del telenursing, a sostegno della presa in carico in particolare delle persone con fragilità e in cui il luogo privilegiato della cura sia il domicilio. A L’Aquila è stata sviluppata una app tecnica quale strumento operativo da utilizzare dall’infermiere nell’ambito della gestione della fragilità per spostare la prestazione verso l’utente (nel suo domicilio).

A Pescara è stata scelta una digitalizzazione strutturata degli accessi domiciliari per i pazienti in Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) tramite una cartella informatizzata grazie alla collaborazione di tutta l’equipe e dei distretti sanitari di base. L’utilizzo dell’applicazione Medicasa Click & Care favorisce non solo la condivisione ma anche la consultazione dell’andamento clinico del paziente in tempo reale oltre ad essere considerati a tutti gli effetti “un atto pubblico di fede privilegiata”.

Il servizio dell’infermiere di famiglia e comunità di Teramo, dalla sua attivazione nel 2020 (in piena pandemia), ha già al suo attivo registrati un numero di contatti/accessi domiciliari pari a 4.493 accessi domiciliari o in monitoraggio telefonico, per un totale di 1.385 pazienti in carico, classificati attraverso l’utilizzo di scale di valutazione universalmente utilizzate che consentono un linguaggio comune con approccio multidisciplinare nella gestione delle malattie croniche ad alto impatto assistenziale sul territorio al fine di ridurre la disabilità, il ricorso inappropriato all’ospedalizzazione e di migliorare la qualità di vita del paziente.

E sempre a Teramo, per migliorare l’integrazione degli interventi socioassistenziali nel percorso ospedale-territorio e contenere le frequenti re-ospedalizzazioni, a gennaio 2018 è stato avviato il servizio “Istituzione del Nucleo Assistenziale Integrazione Ospedale Territorio (NAIOT), modello organizzativo in grado di definire i setting assistenziali, catalizzare e facilitare la dimissione precoce e protetta promuovendo l’assistenza territoriale.

Nelle zone interne della provincia di Ancona (Fabriano, Jesi, Senigallia), gli infermieri hanno poi costituito un servizio di assistenza dedicato ai pazienti gravemente malati – soprattutto oncologici – e alle loro famiglie, realizzato da due professionisti in pensione che hanno dato vita ad un’associazione per l’assistenza domiciliare, la Artis Onlus.

A Macerata invece, dove sono presenti numerosi extracomunitari, le infermiere, in collaborazione con l’associazione On the road, sono riuscite a farsi accettare e accogliere dalla popolazione residente per attuare progetti educativi e formativi su importanti temi di salute pubblica: la vaccinazione, le malattie sessualmente trasmissibili, l’educazione sanitaria, il controllo della natività, e così via.

Intanto è stato siglato un accordo tra il Comune di Ancona e l’Asur AV2 per una sperimentazione del modello organizzativo di infermiere di comunità all’interno di un quartiere popolare con circa 5.000 abitanti e con particolare attenzione alla popolazione over 65: l’infermiera incaricata è presente per 36 ore settimanali con un ambulatorio proprio e un’autovettura per l’assistenza domiciliare quando necessario.

IN ALLEGATO LA SINTESI DELLE BEST PRACTICE PREMIATE

Ultimo aggiornamento

24 Settembre 2021, 21:23

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