Covid. Oms: Tra gennaio 2020 e maggio 2021, almeno 115.500 decessi tra gli operatori sanitari e del care nel mondo. In Italia quasi 4mila”
La stima frutto di una media tra un’ipotesi minima di 80.
Data:
21 Ottobre 2021
La stima frutto di una media tra un’ipotesi minima di 80.000 e massima di 180.000 decessi tra gli operatori della sanità e dell’assistenza in tutto il mondo a seguito della pandemia. In Italia la stima mediana Oms indica 3.970 decessi tra i nostri operatori. Diramata una dichiarazione congiunta dell’Oms e dei suoi partner per promuovere azioni concrete di salvaguardia della salute dei sanitari contro il Covid ma non solo. LA DICHIARAZIONE, RAPPORTO SUI DECESSI TRA GLI OPERATORI.
21 OTT – Un bilancio drammatico quello delle morti per Covid tra i 135 milioni di operatori sanitari e assistenziali del mondo (in sigla HCWs ovvero Health Care Workers). Secondo un nuovo report dell’Oms sarebbero infatti almeno 115.500 tra gennaio 2020 e maggio 2021 quelli che avrebbero perso la vita a causa della pandemia. Una stima mediana ritenuta attendibile tra un valore minimo di 80mila morti e un massimo di 180mila.
Per l’Italia, che si collocherebbe al 7° posto nel mondo per numero di morti tra gli operatori sanitari e assistenziali, l’Oms indica una stima mediana di 3.970 decessi (stima minima 1.462 e massma di 5.633).
I risultati di questo rapporto hanno spinto l’Oms a firmare una dichiarazione insieme ai suoi partner (Frontline Health Workers Coalition; Global Health Workforce Network; Health Service Executive, Ireland; International Council of Nurses; International Pharmaceutical Federation; International Labour Organization; OECD; Public Services International and the World Medical Association) per promuovere un’azione concreta per proteggere meglio gli operatori sanitari e assistenziali di tutto il mondo dal COVID-19 ma anche da altri problemi di salute come burnout, stress, ansia e affaticamento.
Nella dichiarazione congiunta l’OMS e i partner chiedono a tutti i governi degli Stati membri e alle parti interessate di rafforzare il monitoraggio e la segnalazione di infezioni, malattie e decessi da COVID-19 tra gli operatori sanitari e assistenziali.
Il monitoraggio dovrebbe anche includere la disaggregazione per età, genere e occupazione come procedura standard, per consentire ai responsabili politici e istituzionali e agli scienziati di identificare e attuare le misure di mitigazione necessarie per ridurre ulteriormente il rischio di infezioni e malattie.
La Dichiarazione esorta inoltre i leader politici e i responsabili politici a fare tutto ciò che è in loro potere per prendere decisioni normative, politiche e di investimento che garantiscano la protezione degli operatori sanitari e assistenziali.
I firmatari partner chiedono infine di garantire un accesso equo ai vaccini in modo che gli operatori sanitari e di assistenza abbiano la priorità nell’adozione delle vaccinazioni COVID-19.
La vaccinazione tra gli operatori. I dati disponibili di 119 paesi suggeriscono che entro settembre 2021, 2 operatori sanitari e sanitari su 5 erano in media completamente vaccinati, con notevoli differenze tra le regioni e i gruppi economici. Meno di 1 su 10 è stato completamente vaccinato nelle regioni dell’Africa e del Pacifico occidentale, mentre 22 paesi per lo più ad alto reddito hanno riferito che oltre l’80% dei loro operatori sanitari e di assistenza è completamente vaccinato.
“Abbiamo l’obbligo morale di proteggere tutti gli operatori sanitari e di assistenza, garantire i loro diritti e fornire loro un lavoro dignitoso in un ambiente di pratica sicuro e abilitante. Ciò deve includere l’accesso ai vaccini” , ha affermato Jim Campbell, direttore del Dipartimento della forza lavoro sanitaria dell’OMS che ha sottolineato come “oltre ai vaccini, la ripresa economica e tutti i nuovi investimenti nella preparazione e nella risposta alle emergenze devono dare la priorità alla formazione e al reclutamento di nuovi operatori sanitari e di assistenza”.
Tornando ai dati sui decessi per Covid l’Oms stima, come dicevamo, un numero di decessi tra gli operatori della sanità e dell’assistenza tra gli 80.000 e i 180.000 nel periodo compreso tra gennaio 2020 e maggio 2021, convergendo a uno scenario medio di 115.500 decessi.
Queste stime si basano sul numero dei decessi giornalieri nella popolazione generale per COVID-19 segnalati in ciascun paese, divisi per la dimensione della popolazione in ciascun paese, moltiplicati per il numero stimato di operatori sanitari. Ma, avverte l’Oms, “le stime derivano dai 3,45 milioni di decessi correlati al COVID-19 segnalati all’OMS a maggio 2021, un numero di per sé considerato molto inferiore al reale numero di morti (60% o più di quanto riferito all’OMS)”.
“Le nostre stime hanno lo scopo principale di stimolare una maggiore azione dei governi. Non possiamo permetterci di perdere più operatori sanitari e di assistenza e il nostro mondo non si riprenderà dalla pandemia senza investimenti sostenibili a lungo termine nella forza lavoro sanitaria “, ha affermato Catherine Duggan, a capo della International Pharmaceutical Federation.
L’OMS sta attualmente conducendo gli sforzi per sviluppare un patto globale per gli operatori sanitari e di assistenza, basato su strumenti legali, convenzioni e risoluzioni esistenti. Il patto mira a fornire agli Stati membri, alle parti interessate e alle istituzioni una guida completa sui loro obblighi esistenti per proteggere gli operatori sanitari e di assistenza, salvaguardare i loro diritti e promuovere e garantire un lavoro dignitoso, libero da genere, razza e ogni altra forma di discriminazione. La guida sarà presentata alla 75a Assemblea mondiale della sanità nel maggio 2022.
21 ottobre 2021
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Dichiarazione congiunta
Rapporto sui decessi Covid
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Ultimo aggiornamento
21 Ottobre 2021, 21:14
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