Covid. Il mercato di Wuhan all’origine del virus. La nuova conferma su Science

Un nuovo studio pubblicato su Science mostra come i primi casi noti di Covid del dicembre 2019, compresi quelli senza collegamenti diretti, erano geograficamente incentrati su questo mercato.

Data:
31 Luglio 2022

Covid. Il mercato di Wuhan all’origine del virus. La nuova conferma su Science

Un nuovo studio pubblicato su Science mostra come i primi casi noti di Covid del dicembre 2019, compresi quelli senza collegamenti diretti, erano geograficamente incentrati su questo mercato. I mammiferi vivi sensibili al Sars-Cov-2 sono stati venduti in questo mercato alla fine del 2019 e, all’interno del mercato, i campioni ambientali positivi al Sars-Cov-2 erano spazialmente associati ai venditori di mammiferi vivi. LO STUDIO.

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Il mercato all’ingrosso dei frutti di mare di Huanan a Wuhan, in Cina, è stato identificato come una probabile fonte dei primi casi di Covid registrati nel 2019 già nei primi rapporti, ma in seguito questa conclusione è diventata controversa. Un nuovo studio pubblicato su Science mostra come i primi casi noti di Covid del dicembre 2019, compresi quelli senza collegamenti diretti, erano geograficamente incentrati su questo mercato. I mammiferi vivi sensibili al Sars-Cov-2 sono stati venduti in questo mercato alla fine del 2019 e, all’interno del mercato, i campioni ambientali positivi al Sars-Cov-2 erano spazialmente associati ai venditori di mammiferi vivi.

Sebbene non vi siano prove sufficienti per definire gli eventi a monte e le circostanze esatte rimangano oscure, le nuove analisi pubblicate indicano che la comparsa della Sars-Cov-2 è avvenuta attraverso il commercio di animali selvatici vivi in Cina e dimostrano che il mercato di Huanan è stato l’epicentro della pandemia di Covid.

I primi casi vivevano vicino al mercato di Huanan e si concentravano su di esso
Il rapporto della missione dell’Oms del 2021 ha identificato 174 casi di Covid nella provincia di Hubei nel dicembre 2019, dopo un attento esame delle casistiche riportate. Sebbene le coordinate geografiche delle località di residenza dei 164 casi che vivevano all’interno di Wuhan non fossero disponibili, gli studiosi sono stati in grado di estrarre in modo affidabile le coordinate di latitudine e longitudine di 155 casi dalle mappe contenute nel rapporto.

Sebbene i primi casi di Covid si siano verificati in tutta Wuhan, la maggior parte si è raggruppata nel centro di Wuhan, vicino alla riva occidentale del fiume Yangtze, con un’alta densità di casi vicino al mercato di Huanan e nelle sue vicinanze. Utilizzando tutti i 155 casi di dicembre 2019, la posizione del mercato di Huanan si trova all’interno del contorno di densità più alto che contiene l’1% della massa di probabilità. Le analisi dei dati basate su Weibo hanno mostrato che, a differenza dei primi casi di Covid, a gennaio e febbraio molti dei malati che hanno cercato aiuto risiedevano in aree altamente popolate della città, e in particolare in aree ad alta densità di anziani. E’ stato inoltre notato come i casi senza legami noti con il mercato risiedevano in media più vicini al mercato stesso rispetto ai casi con legami con il mercato.

Entrambi i primi lignaggi di Sars-Cov-2 erano geograficamente associati al mercatoDue lignaggi di Sars-Cov-2, denominati A e B, hanno circolato in tutto il mondo fin dall’inizio della pandemia Covid. Fino a un recente preprint, solo le sequenze del lignaggio B erano state campionate nel mercato di Huanan. Gli undici casi di lignaggio B del dicembre 2019, per i quali disponiamo di informazioni sulla localizzazione, risiedevano più vicini del previsto al mercato di Huanan rispetto alla distribuzione della popolazione di Wuhan corrispondente all’età. Il punto centrale degli undici casi di lignaggio B era a 1,95 km dal mercato di Huanan, anch’esso più vicino del previsto. I due casi di lignaggio A per i quali si dispone di informazioni sulla localizzazione riguardavano i due genomi più precoci del lignaggio A finora conosciuti.

Nessuno dei due casi ha riportato contatti con il mercato di Huanan. Il primo caso è stato individuato prima che si sapesse di una possibile associazione della polmonite inspiegabile a Wuhan con il mercato di Huanan e quindi non poteva essere il prodotto di un bias di accertamento a favore dei casi residenti vicino al mercato. Il secondo aveva soggiornato in un hotel vicino al mercato nei cinque giorni precedenti l’insorgenza dei sintomi. Rispetto alla distribuzione della popolazione di Wuhan, che corrisponde all’età, il primo individuo risiedeva più vicino al mercato di Huanan (2,31 km) di quanto previsto. Sebbene la posizione esatta dell’hotel vicino al mercato non sia stata riportata, spiegano gli studiosi, ci sono almeno 20 hotel nel raggio di 500 m.

Nell’ipotesi prudente che l’hotel potesse trovarsi a una distanza di 2,31 km dal mercato di Huanan (come la residenza dell’altro caso di lignaggio A), e supponendo che questa posizione sia paragonabile a un luogo residenziale, dati i tempi del soggiorno prima dell’insorgenza dei sintomi, “sarebbe improbabile osservare entrambi i primi casi di lignaggio A così vicini al mercato di Huanan. Il fatto che entrambi i casi di lignaggio A identificati avessero un legame geografico con il mercato, insieme all’individuazione del lignaggio A all’interno del mercato, supporta la probabilità che durante la prima epidemia il lignaggio A, come il lignaggio B, si stesse diffondendo dal mercato di Huanan nei quartieri circostanti”.

Commercio di animali selvatici nei mercati di Wuhan
Oltre a vendere frutti di mare, pollame e altri prodotti, il mercato di Huanan era uno dei quattro mercati di Wuhan che, secondo quanto riferito, vendeva costantemente una varietà di specie di mammiferi vivi, catturati o allevati, negli anni e nei mesi precedenti la pandemia di Covid. Tuttavia, non ci sono notizie precedenti su quali specie siano state vendute al mercato di Huanan nei mesi precedenti la pandemia. Lo studio riporta che molteplici plausibili ospiti intermedi della fauna selvatica dei virus progenitori della Sars-Cov-2, tra cui volpi rosse, tassi porcospini e cani procione comuni, sono stati venduti vivi al mercato di Huanan almeno fino a novembre 2019.

Non sono disponibili rapporti sui risultati dei test Sars-Cov-2 effettuati su questi mammiferi al mercato di Huanan. Nonostante il generale rallentamento delle vendite di animali vivi durante i mesi invernali, si riporta che i cani procione, venduti sia per la carne che per la pelliccia, erano costantemente disponibili per la vendita durante tutto l’anno, compreso il mercato di Huanan nel novembre 2019.

A Wuhan, una città di 11 milioni di abitanti, ci sono potenzialmente molti luoghi che avrebbero avuto la stessa o maggiore probabilità del mercato di Huanan di ospitare il primo cluster riconosciuto di un nuovo agente patogeno respiratorio se la sua introduzione non fosse stata collegata a un mercato di animali vivi, tra cui altri luoghi di shopping, ospedali, strutture per anziani, luoghi di lavoro, università e luoghi di culto. Per indagare sui possibili siti, nello studio si è confrontato l’entità relativa del traffico umano intraurbano verso il mercato di Huanan rispetto ad altri luoghi all’interno della città di Wuhan, utilizzando un set di dati specifici sulla posizione dei check-in sui social media nel Sina Visitor System.

Sono stati rilevati almeno 70 altri mercati nella città di Wuhan che hanno ricevuto più visitatori sui social media rispetto al mercato di Huanan. Per estendere l’analisi al di là dei soli mercati, è stato poi utilizzato anche un elenco successivamente pubblicato di luoghi noti per la diffusione del Sars-Cov-2 per identificare 430 luoghi di Wuhan che potevano essere ad alto rischio di eventi di diffusione e che hanno ricevuto più check-in rispetto al mercato di Huanan. 

Il mercato di Huanan ha rappresentato lo 0,12% (120 su 98.146) dei check-in sui social media ai mercati dell’insieme di dati che hanno ricevuto almeno lo stesso numero di check-in del mercato di Huanan. Il mercato ha rappresentato lo 0,04% (120 su 262.233) di tutti i check-in sui social media per gli oltre 400 siti di Wuhan identificati come particolarmente probabili come potenziali luoghi di diffusione e che hanno ricevuto almeno lo stesso numero di visite sui social media del mercato di Huanan. Considerando il numero di check-in a tutti e quattro i mercati che vendono animali selvatici vivi a Wuhan (insieme), questi hanno rappresentato lo 0,21% (206 su 98.146) delle visite al mercato e lo 0,079% (206 su 262.233) delle visite ai 430 potenziali siti di diffusione, dove una nuova malattia respiratoria potrebbe essere notata per la prima volta in una grande città.

Campioni ambientali positivi collegati sia alla vendita di mammiferi vivi sia a casi umani nel mercato di Huanan
Si è poi ricorso ad un’analisi spaziale del rischio relativo per identificare le potenziali regioni del mercato con una maggiore densità di campioni ambientali positivi. E’ stata trovata evidenza di una regione nell’area sud-occidentale del mercato in cui si vendevano mammiferi vivi. Infine, per analizzare la distribuzione spaziale dei casi umani all’interno del mercato di Huanan, sono stati tracciato i casi in funzione dell’insorgenza dei sintomi dal rapporto della missione dell’Oms. Tutti gli otto casi di Covid rilevati prima del 20 dicembre provenivano dal lato occidentale del mercato, dove venivano vendute anche specie di mammiferi.

Emerge che diverse linee di evidenza supportano l’ipotesi che il mercato di Huanan sia stato l’epicentro della pandemia di Covid e che la Sars-Cov-2 sia emersa da attività associate al commercio di animali selvatici vivi. Le analisi spaziali all’interno del mercato mostrano che i campioni ambientali positivi al Sars-Cov-2, tra cui gabbie, carrelli e congelatori, erano associati ad attività concentrate nell’angolo sud-ovest del mercato. Questa è la stessa sezione in cui i venditori vendevano mammiferi vivi, tra cui cani procione, tassi e volpi rosse, immediatamente prima della pandemia Covid.

Sono stati prelevati più campioni positivi da una bancarella che vendeva mammiferi vivi e lo scarico dell’acqua vicino a questa bancarella, così come altre fognature e una vicina bancarella di animali selvatici sul lato sud-ovest del mercato, sono risultati positivi alla Sars-Cov-2. Questi risultati suggeriscono che gli animali infetti erano presenti nel mercato di Huanan all’inizio della pandemia Covid; tuttavia, non si è avuto accesso a campioni di animali vivi delle specie interessate. Su Science gli autori sottolineano come “ulteriori informazioni, tra cui i dati di sequenziamento e la strategia di campionamento dettagliata, sarebbero preziose per verificare questa ipotesi in modo completo”.

La presenza prolungata di una potenziale fonte di trasmissione del virus nella popolazione umana alla fine del 2019, plausibilmente da mammiferi vivi infetti venduti al mercato di Huanan, offre una spiegazione dei risultati e delle origini della Sars-Cov-2. Lo schema dei casi di Covid riportati per il mercato di Huanan, con i primi casi nella stessa parte del mercato in cui venivano venduti gli animali selvatici e l’evidenza di almeno due introduzioni, “assomiglia alle molteplici trasmissioni interspecie di Sars-Cov-2 osservate successivamente durante la pandemia dagli animali all’uomo negli allevamenti di visoni e dai criceti infetti all’uomo nel commercio di animali domestici”, scrivono gli autori.

Nella provincia occidentale dello Hubei esisteva una vasta rete di allevamenti di animali selvatici, tra cui centinaia di migliaia di cani procioni negli allevamenti della prefettura di Enshi, che rifornivano il mercato di Huanan. Questa regione dello Hubei contiene estesi complessi di grotte che ospitano pipistrelli Rhinolophus, portatori di Sarsr-CoV. Il Sars-Cov-1 è stato recuperato da zibetti mascherati di allevamento dell’Hubei nel 2003 e nel 2004. Gli animali di questi allevamenti (quasi 1 milione) sono stati rapidamente rilasciati, venduti o uccisi all’inizio del 2020, apparentemente senza test per la Sars-Cov-2. Anche gli animali vivi venduti al mercato non sono stati apparentemente campionati. Al contrario, durante l’epidemia di Sars-Cov-1, gli allevamenti e i mercati sono rimasti aperti per oltre un anno dopo i primi casi umani, consentendo il campionamento dei virus dagli animali infetti.

“Il commercio di animali vivi e i mercati di animali vivi sono un tema comune negli eventi di diffusione del virus, con mercati come quello di Huanan che vendono mammiferi vivi che rientrano nella categoria a più alto rischio. Gli eventi che hanno portato alla pandemia di Covid rispecchiano i focolai di Sars-Cov-1 del 2002-2004, riconducibili ad animali infetti nelle province cinesi di Guangdong, Jiangxi, Henan, Hunan e Hubei. Occorre ora compiere il massimo sforzo per chiarire gli eventi a monte che potrebbero aver portato la ars-Cov-2 nel mercato di Huanan, culminando nella pandemia Covid. Per ridurre il rischio di future pandemie dobbiamo capire, e quindi limitare, le vie e le opportunità di diffusione del virus”, concludono gli autori.

Giovanni Rodriquez

27 luglio 2022
© Riproduzione riservata 

Ultimo aggiornamento

31 Luglio 2022, 12:38

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