Rapporto Osmed Aifa. Nel 2021 la spesa a carico del cittadino supera i 9 miliardi, tra ticket e farmaci non rimborsati. Magrini (DG Aifa): “In questa area consumi spesso impropri”
di Ester Maragò Pubblicato il nuovo Rapporto annuale sull’Uso dei farmaci in Italia.
Data:
11 Agosto 2022
di Ester Maragò
Pubblicato il nuovo Rapporto annuale sull’Uso dei farmaci in Italia. Se la spesa pubblica resta sostanzialmente sotto controllo con un incremento inferiore a quello di altre aree di spesa del Ssn (+ 2,6%), la spesa privata segna invece un aumento medio del 6,3% e punte del 9,5% per i farmaci da automedicazione. Per quanto riguarda le categorie terapeutiche, i cardiovascolari sono in vetta per spesa e consumi in farmacia mentre antineoplastici e immunomodulatori e i farmaci del sangue e organi emopoietici sono stati quelli rispettivamente a maggiore spesa e consumo tra quelli acquistati direttamente dalle strutture pubbliche. IL RAPPORTO
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Un anno dal segno più. Si presenta così il 2021 sul fronte della spesa farmaceutica: tra pubblica e privata sono stati spesi 32,2 miliardi di euro con un incremento del 3,5% rispetto all’anno della pandemia. La spesa pubblica (il 69,2% di quella totale) è aumentata del 2,6%, rispetto al 2020: in cifre 22,3 miliardi. Ma prende la ricorsa anche la spesa per farmaci di classe C a carico del cittadino: ha raggiunto 6,1 miliardi di euro circa, con un incremento del 7%.
Segno più anche per la spesa delle nuove entità terapeutiche: è passata da circa 5.371 milioni di euro nel 2014 a circa 8.291 milioni di euro nel 2021, i farmaci antineoplastici e immunomodulatori la fanno da padrone.
E ancora, nel 2021, come nell‘anno precedente, poco più di 6 cittadini su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione di farmaci; la spesa pro capite e dei consumi aumenta con il crescere dell’età: la popolazione con più di 64 anni ha assorbito oltre il 70% della spesa e delle dosi, soprattutto nelle Regioni del Sud. Cresce anche il numero delle confezioni pro capite nei bambini fino a 5 anni.
È questa in estrema sintesi la fotografia scattata dal Rapporto Osmed sull’Uso dei farmaci in Italia curato dall’Aifa. Un Report dettagliato e voluminoso, ben 782 pagine, che passa al setaccio l’assistenza farmaceutica, ossia oltre il 17% della spesa sanitaria pubblica.
Una spesa da considerarsi complessivamente sotto controllo, sottolinea nella premessa al volume Direttore Generale di Aifa Nicola Magrini “visto che cresce a ritmi meno sostenuti rispetto alle altre componenti della spesa sanitaria (personale, assistenza ospedaliera, ecc.) anche se con numerosi ambiti di miglioramento per una prescrizione basata sulle migliori evidenze scientifiche e più omogenea sull’intero territorio nazionale”.
Il 2021 si caratterizza in particolare per un forte aumento di spesa per vaccini, antivirali, anticorpi monoclonali per il Covid-19 che ammontano a oltre 2,3 miliardi di euro per il 2021. Spese, aggiunge il Dg di Aifa “necessarie per fronteggiare la recente e inattesa emergenza sanitaria”. Per questo l’andamento della spesa negli ultimi anni , prosegue Magrini, va visto come “un risultato virtuoso di Aifa, del Ssn e dei Ssr, avendo consentito pieno accesso in tempi relativamente rapidi a tutte le terapie innovative”.
Una nota critica invece per la spesa a carico dei cittadini, che negli ultimi dieci anni presenta un trend in costante aumento superano in totale i 9 miliardi nel 2021: “Tale spesa – evidenzia Magrini – va considerata a tutti gli effetti come una spesa sanitaria talvolta impropria e da tenere maggiormente sotto la lente di ingrandimento delle azioni di appropriatezza prescrittiva e buon uso dei farmaci”.
Ma vediamo in sintesi quali sono i dati emersi
La spesa farmaceutica nazionale totale (pubblica e privata) nel 2021 è stata pari a 32,2 miliardi di euro, in aumento del 3,5% rispetto al 2020, e rappresenta un’importante componente della spesa sanitaria nazionale che incide per l’1,9% sul Pil. La spesa pubblica, con un valore di 22,3 miliardi, ha rappresentato il 69,2% della spesa farmaceutica complessiva e il 17,4% della spesa sanitaria pubblica, ed è in aumento del 2,6% rispetto al 2020. La spesa per i farmaci acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche è stata di circa 13,8 miliardi di euro (233,5 euro pro capite), in crescita (+4,8%) rispetto all’anno precedente, mentre i consumi rimangono stabili (-0,3%).
La spesa farmaceutica territoriale complessiva, pubblica e privata, è stata pari a 21,2 miliardi di euro con un aumento del 3,2% rispetto all’anno precedente. Con una stabilità della spesa territoriale pubblica e un aumento di quella privata.
La spesa territoriale pubblica, comprensiva di quella relativa ai farmaci di classe A erogati in regime di assistenza convenzionata e in distribuzione diretta e per conto, è stata di 12 miliardi di euro, quindi stabile rispetto al 2020. Un andamento determinato prevalentemente dalla stabilità della spesa in regime di assistenza convenzionata (-0,4%), dalla riduzione della spesa per i farmaci in distribuzione diretta (-1,1%) e dall’aumento della spesa per i farmaci in distribuzione per conto (+7,9%).
La spesa a carico dei cittadini, (ticket regionali e differenza tra il prezzo del medicinale a brevetto scaduto e il prezzo di riferimento), l’acquisto privato dei medicinali di classe A e la spesa dei farmaci di classe C, ha registrato un totale di 9,2 miliardi di euro con un aumento del 6,3% rispetto al 2020. Una crescita generale rispetto al 2020 di tutte le componenti, in particolar modo la spesa per automedicazione è aumentata del 9,5%) e quella per i farmaci erogati dagli esercizi commerciali del 14,9%). La compartecipazione del cittadino è pressoché stabile (-0,4%), data la riduzione del ticket fisso (-2,7%), mentre la quota eccedente il prezzo di riferimento è invariata rispetto all’anno precedente (+0,4%).
Nel 2021 poco più di 6 cittadini su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione di farmaci. È stata osservata una crescita della spesa pro capite e dei consumi con l’aumentare dell’età. In particolare la popolazione con più di 64 anni ha assorbito il 70% della spesa e delle dosi. Le Regioni del Nord hanno registrato una prevalenza inferiore (59,3%) rispetto al Centro (64,7%) e al Sud Italia (66,7%).
Nel corso del 2021, oltre 3,3 milioni di bambini e adolescenti assistibili, ossia 35,1% della popolazione pediatrica generale, hanno ricevuto almeno una prescrizione di farmaci (il 53,8% dei bambini nella fascia di età prescolare). Rispetto all’anno 2020, si registra un incremento delle confezioni pro capite, concentrato nei bambini nei primi 5 anni di vita, mentre si riducono i consumi nei bambini in età scolare e negli adolescenti. Gli antinfettivi per uso sistemicosi confermano i farmaci a maggior consumo, seguiti da quelli dell’apparato respiratorio, mentre per i primi si continua ad osservare una riduzione dei consumi (-4,2%) per i farmaci del sistema respiratorio si assiste ad un incremento dei consumi (+12,9%). I farmaci del sistema nervoso centrale sono al quarto posto tra i farmaci più prescritti, con un consumo pari al 10,7% del totale, confermando l’andamento crescente delle confezioni erogate (+5,9% rispetto al 2020).
Nella popolazione anziana la spesa media per utilizzatore è stata di 558 euro (599 negli uomini e 525 nelle donne). Quasi l’intera popolazione (97%) ha ricevuto nel corso dell’anno almeno una prescrizione farmacologica. In media sono state consumate oltre 3,5 dosi al giorno e assunte 7,4 diverse sostanzi. Il 66,6% degli over 65 anni ha ricevuto prescrizioni di almeno 5 diverse sostanze (nel corso dell’anno 2021 e circa un soggetto su 4 (26,8%) ha assunto almeno 10 principi attivi diversi.
Nel 2021 la spesa farmaceutica pro capite, relativa ai medicinali acquistati direttamente dalle strutture sanitarie pubbliche e di quelli erogati attraverso il canale della convenzionata, è stata di 396,81 euro, in aumento rispetto all’anno precedente (+2,8%). I consumi, pari a 1.306,8 DDD/1000 abitanti die, registrano, differentemente dal 2020, un aumento rispetto all’anno precedente (+2,8%), in particolar modo in regime di assistenza convenzionata (+3,2%).
La Regione con il valore più alto di spesa lorda pro capite è stata la Campania con 199,9 euro pro capite, mentre il valore più basso si registra nella PA di Bolzano (113,4 euro pro capite), con una differenza tra le due Regioni del 76%. Sul lato dei consumi, la Regione che evidenzia i livelli più elevati è sempre la Campania con 1.334,3 DDD/1000 abitanti die, mentre i consumi più bassi si riscontrano nella PA di Bolzano (821,4 DDD/1000 abitanti die).
Tra le categorie del primo livello ATC a maggior spesa pubblica, tutte registrano un incremento rispetto all’anno precedente, ad eccezione degli antimicrobici per uso sistemico, attribuibile alla riduzione della spesa degli antibiotici in regime di assistenza convenzionata, e dei farmaci anti HCV acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche. Per quanto riguarda i consumi, i maggiori incrementi sono stati registrati per i farmaci dell’apparato gastrointestinale e metabolismo, in particolar modo in regime di assistenza convenzionata, attribuibile all’aumento dei consumi della vitamina D e analoghi e degli inibitori di pompa protonica. Si riducono invece i consumi dei farmaci del sistema respiratorio, principalmente per effetto del decremento dei consumi dei farmaci per la BPCO e l’asma.
Nel 2021 la spesa per farmaci di classe C a carico del cittadino ha raggiunto 6,1 miliardi di euro circa, con un incremento del 7% rispetto al 2020; di questi il 57% (3,5 miliardi) è relativo a farmaci con ricetta e il 43% (2,6 miliardi) a farmaci di automedicazione (SOP e OTC), comprensivi di quelli erogati negli esercizi commerciali. Le benzodiazepine, contraccettivi e farmaci utilizzati nella disfunzione erettile si confermano le categorie a maggiore spesa.
Tra i farmaci di fascia A acquistati privatamente dal cittadino il colecalciferolo, il pantoprazolo e l’amoxicillina in associazione all’acido clavulanico si collocano ai primi tre posti, con un incremento della spesa rispettivamente dell’8,0%, del 9,3% e del 13,3%.
Tra i farmaci di automedicazione, i derivati dell’acido propionico rappresentano il 10,2% della spesa complessiva e i primi principi attivi per spesa sono diclofenac, ibuprofene e paracetamolo.
I farmaci cardiovascolari hanno rappresentato la classe terapeutica a maggiore spesa (49,51 euro pro capite) e consumo (486,89 DDD) nel canale della convenzionata, mentre i farmaci antineoplastici e immunomodulatori e i farmaci del sangue e organi emopoietici sono stati quelli rispettivamente a maggiore spesa (111,98 euro pro capite) e consumo (50,56 DDD) tra i prodotti farmaceutici acquistati direttamente dalle strutture pubbliche.
Nel 2021 i farmaci a brevetto scaduto hanno costituito il 69,8% della spesa e l’86,0% dei consumi in regime di assistenza convenzionata di classe A. La quota percentuale dei farmaci equivalenti, a esclusione di quelli che hanno goduto di copertura brevettuale, ha rappresentato il 21,0% della spesa e il 29,6% dei consumi.
Per i biosimilari si confermano un aumento nel consumo delle specialità medicinali disponibili da più tempo e un trend positivo per i farmaci di più recente commercializzazione (anti-TNF-alfa, bevacizumab, rituximab, trastuzumab e teriparatide), sebbene sia rimasta una certa variabilità regionale per consumo e incidenza di spesa.
Una delle novità importanti del Rapporto OsMed 2021 è rappresentata dall’analisi delle nuove entità terapeutiche, dato il loro impatto in termini di spesa farmaceutica e di benefici attesi. La spesa delle nuove entità terapeutiche è passata da circa 5.371 milioni di euro nel 2014 a circa 8.291 milioni di euro nel 2021.
In particolare la categoria “Farmaci antineoplastici e immunomodulatori”, oltre ad essere quella con il maggior numero di farmaci di nuove entità terapeutiche, è anche quella con maggior spesa: dal 2014 al 2021 è passata da 2.709 milioni di euro a 4.922 milioni di euro, con un aumento del 92%
La spesa dei farmaci orfani, comprensiva dell’acquisto da parte delle strutture sanitarie pubbliche e dell’erogazione in regime di assistenza convenzionata, ha fatto registrare nel 2021 un incremento del 9,4% rispetto al 2020, attestandosi al valore di 1,53 miliardi di euro, corrispondente al 6,4% della spesa farmaceutica a carico del Ssn.
Nel confronto internazionale si evidenzia ancora una bassa incidenza della spesa per i farmaci equivalenti rispetto agli altri Paesi europei, sebbene l’Italia sia al 2° e 1° posto nell’incidenza, rispettivamente, della spesa e del consumo di farmaci biosimilari. Nel confronto sui prezzi emerge come l’Italia, considerando sia i farmaci erogati in ambito territoriale sia quelli in ambito ospedaliero, abbia prezzi superiori solo alla Francia, al Portogallo e alla Polonia. L’Italia, con 31,2 euro pro capite, risulta al 6° posto per la spesa dei farmaci orfani, dopo Austria (43,4 euro), Germania (41,0 euro), Francia (40,3 euro), Spagna (36,7 euro) e Gran Bretagna (33,9 euro). Tutti i Paesi, dopo la riduzione registrata nel 2020, mostrano un aumento della spesa di questi farmaci rispetto all’anno precedente.
A cura di Ester Maragò
29 luglio 2022
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Ultimo aggiornamento
11 Agosto 2022, 18:33
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