Agenas: insufficiente il numero dei medici di base e degli infermieri
Dal confronto con le medie europea emerge che attualmente il personale sanitario italiano rapportato alla popolazione è caratterizzato da un numero complessivo di medici congruo e da un numero di infermieri insufficiente.
Data:
16 Ottobre 2022
Dal confronto con le medie europea emerge che attualmente il personale sanitario italiano rapportato alla popolazione è caratterizzato da un numero complessivo di medici congruo e da un numero di infermieri insufficiente. Nell’ambito del personale medico risultano carenti alcune specializzazioni. La carenza principale riguarda i medici di medicina generale (Mmg) che sebbene rapportati alla popolazione siano apparentemente sufficienti, risultano inferiori rispetto alle medie Ue e non omogeneamente distribuiti sul territorio, risultando carenti nelle aree a bassa densità abitativa o caratterizzate da condizioni orografiche o geografiche disagiate.
Lo rileva Agenas che ha pubblicato un’analisi sul personale del Ssn, basata su dati del ministero dell’Economia e delle finanze (Conto annuale – 2020), del ministero della Salute, Istat ed Eurostat (2019-2021) e su rilevazioni Ocse (2020).
Il protrarsi del blocco delle assunzioni, interrompendo la regolare alimentazione dei ruoli, ha determinato l’innalzamento dell’età media del personale e il conseguente fenomeno della “gobba pensionistica”. Tale fenomeno, secondo Agenas, sebbene riguardi tutto il personale sanitario, appare naturalmente più minaccioso per i profili professionali già carenti. Le due categorie più a rischio appaiono essere i MMG e gli infermieri.
“Gli interventi limitati all’incremento dell’offerta formativa in altri paesi europei si è rivelato parzialmente inefficace – sottolinea il report – . Ove si consideri che questi due profili professionali sono gli assi portanti di qualsiasi operazione di potenziamento delle attività sanitarie di prossimità, si ritiene necessario abbinare all’incremento dell’offerta formativa un sistema di incentivi in grado di rendere attrattive tali figure professionali in termini di riconoscimento sociale oltre che economico”. Anche i provvedimenti emergenziali adottati nel corso della pandemia non hanno prodotto significative correzioni delle consistenze di personale “infermieri” e “MMG”.
L’offerta formativa delle diverse scuole di specializzazione è stata sensibilmente incrementata a partire dal 2018. “Gli effetti di tali incrementi – sottolinea Agenas – saranno apprezzabili da cinque a sei anni dopo, quindi a partire dal 2023. Per il quinquennio 2022-2027 l’offerta formativa delle varie scuole di specializzazione sarà in grado di assicurare, a legislazione costante, il numero di pensionamenti prevedibile per lo stesso periodo”.
Per il profilo professionale “infermieri” nel quinquennio 2022-2027 l’offerta formativa attuale “sarà in grado di assicurare una disponibilità di personale sufficiente a compensare quello di prevedibile pensionamento nello stesso periodo più quello di prevedibile nuova assunzione in relazione all’esigenza di potenziamento dell’assistenza territoriale”.
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Ultimo aggiornamento
16 Ottobre 2022, 14:35
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