Giornata del personale sanitario/ Schillaci: capitale umano leva del Ssn, priorità a organici e retribuzioni
Al via a Roma la terza Giornata nazionale del personale sanitario, socio-sanitario, socio-assistenziale e del volontariato, nell’Aula magna della Pontificia Università San Tommaso D’Aquino.
Data:
21 Febbraio 2023
Al via a Roma la terza Giornata nazionale del personale sanitario, socio-sanitario, socio-assistenziale e del volontariato, nell’Aula magna della Pontificia Università San Tommaso D’Aquino. Evento promosso dalle Federazioni e dai Consigli nazionali degli Ordini delle professioni socio sanitarie: medici e odontoiatri, infermieri, farmacisti, medici veterinari, tecnici sanitari e professionisti della riabilitazione e prevenzione, ostetriche, chimici e fisici, fisioterapisti, psicologi, biologi, assistenti sociali. Durante la pandemia sono stati 500 i decessi tra i professionisti sociosanitari, la Giornata è dedicata a loro. Ospiti il ministro della Salute, Orazio Schillaci, e il vice presidente del Senato, Maurizio Gasparri.
“Sono oltre 1 milione e mezzo gli iscritti agli albi professionali – ha ricordato Schillaci -. Di questi più di 1 milione e duecentomila sono attivi sul mercato del lavoro. Il capitale umano è la leva principale dei servizi sanitari” ed è essenziale “per la piena tutela del diritto fondamentale alla salute, sancito dalla nostra Costituzione”. In questa direzione la Giornata nazionale del personale sanitario a Roma rappresenta una “occasione preziosa per onorare la professionalità di chi si prende cura della nostra salute, con competenza e dedizione, nonché per ricordare il sacrificio e lo straordinario impegno profuso durante l’emergenza Covid-19”.
La carenza di personale, ha aggiunto il ministro “rappresenta, da anni, un’emergenza nazionale e sono convinto che dobbiamo affrontarla. Ho assunto l’impegno, in questo mandato, di procedere a una rivalutazione del trattamento economico di chi ogni giorno è impegnato nel servizio sanitario pubblico”. Un primo segnale “è stato dato con l’inserimento, in legge di bilancio 2023, della norma che incrementa l’indennità al personale operante presso i pronto soccorso”. Parallelamente “è necessario agire sui vincoli di spesa per permettere alle Regioni di potenziare gli organici e rafforzare i servizi sanitari regionali”.
Per Schillaci, in ogni caso, “accanto al giusto riconoscimento sul piano economico, è importante investire anche in termini di formazione e di sviluppo delle competenze, sia specialistiche, che trasversali, legate a nuovi modelli di organizzazione”. Ecco perché “occorre aumentare il numero di iscritti nelle università e colmare la carenza di figure specialistiche”.
“Considero indifferibile – ha aggiunto Schillaci – mettere in atto tutte le iniziative necessarie a tutelare l’incolumità del personale sanitario e sociosanitario, alla luce degli episodi di aggressione fisica e verbale che si ripetono con sconcertante frequenza, in particolare contro le donne. Da subito mi sono attivato per efficientare le attività di monitoraggio e prevenzione dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie e a breve partirà anche il tavolo dedicato ai pronto soccorso, dove si verificano con più frequenza i casi di aggressione”.
“Allo stesso tempo, occorre accelerare la riorganizzazione di una sanità pubblica, con al centro la persona. A tal fine – ha evidenziato Schillaci – è prioritario valorizzare il ruolo di tutte le professionalità sanitarie, socio sanitarie e socio-assistenziali impegnate sul territorio, per raggiungere l’obiettivo di una appropriata presa in carico dei bisogni di salute di tutti i cittadini. In questa direzione lavoriamo per cogliere pienamente le opportunità offerte dalle risorse del Pnrr e realizzare un’assistenza capillare attraverso le reti di prossimità. L’esperienza della pandemia ha insegnato a tutti noi quanto la salute pubblica sia cruciale, ha fatto emergere le eccellenze delle professionalità impegnate nel Servizio sanitario nazionale ma, ha acceso un faro sulle criticità del sistema, da affrontare con la massima determinazione e urgenza”.
A seguire ha preso la parola il vice presidente del Senato, Maurizio Gasparri, che ha definito i professionisti impiegati nella cura “apostoli di valori”, ribadendo il concetto che “la tutela della salute è sempre un’emergenza. Bisogna riconoscere le professioni, le competenze e il ruolo della scienza. La salute, la vita e la cura delle persone sono fondamentali”. Il vice presidente del Senato, auspicando che la vaccinazione vada avanti, ha rivolto il suo ringraziamento al personale sanitario: “La tutela della salute è sempre un’emergenza. Grazie per quello che fate e per la cura della vita”.
Tra i saluti istituzionali anche quelli del vice presidente della Conferenza episcopale italiana, Mons. Francesco Savino, il quale ha affermato che “il bene della salute misura il grado di civiltà di una democrazia”. Savino ha tracciato tre direzioni verso le quali è necessario investire: «Ridurre le disparità territoriali di cura, sostenere il riequilibrio tra i luoghi di cura e la medicina di prossimità e potenziare l’assistenza nei confronti delle persone più fragili, in particolar modo verso gli anziani”.
La giornata è stata istituita con la Legge 13 novembre 2020 “per onorare il lavoro, l’impegno, la professionalità e il sacrificio del personale medico, sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato nel corso della pandemia da coronavirus”. E’ stata scelta la data simbolica del 20 febbraio per ricordare il giorno in cui a Codogno venne scoperto il ‘paziente uno’.
“Le professioni sociosanitarie – affermano i rappresentanti delle Federazioni e dei Consigli – sono da sempre accanto a chi soffre e ha bisogno del loro aiuto. Anche nelle fasi più dure della pandemia, quando non c’erano ancora i vaccini e mancavano spesso anche i dispositivi di protezione individuale, l’assistenza non è mai venuta meno. Tanto che, nella prima e nella seconda fase Covid-19 – ricordano – si contano circa 500 decessi tra i professionisti sociosanitari e i contagi, che ancora proseguono negli ultimi mesi al ritmo di 5-8.000 ogni 30 giorni, hanno raggiunto, tra infezioni e reinfezioni, quota 474.000 al 6 febbraio, senza sostanzialmente più registrare, dopo l’avvento dei vaccini, casi gravissimi e decessi”.
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Ultimo aggiornamento
21 Febbraio 2023, 21:53
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