Puntare su personale sanitario, territorio e ammodernamento tecnologico e digitale. E poi arriverà il nuovo Piano sanitario nazionale. Ecco l’atto di indirizzo 2024 del Ministero Salute
di G.R.
Data:
18 Marzo 2024
di G.R.
Rafforzamento del territorio attraverso un processo di riorganizzazione della medicina territoriale, ma anche con una valorizzazione dei professionisti qui chiamati ad operare. Potenziamento della farmacia dei servizi per una sanità sempre più vicina al cittadino. Digitalizzazione e ammodernamento tecnologico per migliorare l’efficienza dei livelli assistenziali. Investimento sul capitale umano e la sua formazione. Investimento di risorse sui piani nazionali, dalle cronicità alle malattie rare, dall’antibioticoresistenza fino alla prevenzione vaccinale. L’ATTO DI INDIRIZZO
12 MAR –
“Il valore inestimabile del sistema sanitario italiano è da sostenere ed accrescere con investimenti finalizzati a rafforzare la tutela del bene salute contribuendo alla tenuta economica e sociale del paese anche mediante la razionalizzazione delle risorse dedicate. È da tempo che si sta concretizzando quel cambiamento culturale che considera la salute non più come un costo ma come un investimento da potenziare anche per rispondere alle transizioni epidemiologiche, demografiche e tecnologiche intervenute negli ultimi anni. Occorre affrontare nuove e urgenti sfide che pongano il nostro sistema sanitario al centro di risposte efficaci di policy, in grado di assicurarne, in modo durevole, caratteri di efficienza, resilienza e inclusività”.
Questa la premessa da cui parte l’atto di indirizzo 2024 del Ministero della Salute. Il documento, oltre a delineare le linee di indirizzo politiche per l’operato del ministero, declina anche quei compiti che dovranno svolgere le singole direzioni generali.
In linea generale sarà necessario “potenziare le risorse finanziarie, umane, digitali, strumentali, strutturali e tecnologiche del sistema sanitario, in modo da fornire un contributo tangibile al rafforzamento dell’assistenza sanitaria, riducendo le asimmetrie territoriali e raggiungendo un assetto complessivo più omogeneo sul territorio nazionale, in termini di proporzioni tra i macro-livelli di assistenza (prevenzione, territoriale, ospedaliera)”.
Il punto di partenza sarà il rafforzamento del territorio. Questo verrà fatto con una riorganizzazione della medicina territoriale “attraverso il percorso di implementazione dei modelli e degli standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale, nel corso del quale saranno attivati due importanti strumenti strategici per l’assistenza territoriale di prossimità quali le Case della comunità e l’Ospedale di comunità previste nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Potranno così essere trattate le persone in condizioni di cronicità e fragilità, nonché coloro che necessitano di interventi sanitari a media-bassa intensità clinica e degenze di breve durata”.
Inoltre, si punterà a potenziare l’assistenza domiciliare anche attraverso la promozione di investimenti finalizzati alla diffusione di soluzioni di telemedicina. Saranno poi attivate le Centrali Operative Territoriali (Cot) con la funzione di coordinamento della presa in carico della persona e raccordo tra servizi e professionisti coinvolti nei diversi setting assistenziali (attività territoriali, sanitarie e sociosanitarie, ospedaliere e dialogo con la rete dell’emergenza-urgenza).
Ma dovrà essere valorizzato anche il ruolo dei medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e della Continuità assistenziale con “l’implementazione delle loro funzioni nell’ambito dei nuovi modelli di assistenza territoriale, contribuendo alla raccolta uniformata dei dati sanitari e all’aggiornamento delle cartelle cliniche”.
In materia di edilizia sanitaria sarà dato “nuovo slancio agli investimenti per il miglioramento del patrimonio sanitario pubblico”, ma avrà un ruolo centrale anche “l’ammodernamento tecnologico” per migliorare l’efficienza dei livelli assistenziali.
Inoltre, sarà sostenuto il ruolo delle farmacie dei servizi, quale “presidio diffuso capillarmente sul territorio nazionale, nella erogazione dei servizi assistenziali e delle prestazioni professionali in risposta alle esigenze di salute”.
Quanto alla digitalizzazione, nell’Atto di indirizzo si ricorda come nell’ambito del Pnrr sono previsti interventi di: potenziamento della digitalizzazione di 280 strutture sanitarie sedi di Dipartimenti di Emergenza e Accettazione (Dea) di I e II livello; rafforzamento dell’infrastruttura tecnologica e degli strumenti per la raccolta, l’elaborazione, l’analisi dei dati e la simulazione.
Per raggiungere gli obiettivi fissati, “il capitale umano costituisce la leva essenziale della sanità pubblica e nessuna innovazione tecnologica lo potrà sostituire”. Si spiega, quindi, che sarà necessario “valorizzare la formazione dei professionisti sanitari, affrontare in modo decisivo la perdurante carenza degli stessi attraverso la realizzazione di condizioni economiche e assunzionali favorevoli alla creazione di un contesto operativo del Servizio Sanitario Nazionale che possa davvero supportare, in modo efficiente e resiliente, le sfide del futuro per la tutela della salute pubblica”.
Tra le principali sfide che si dovranno affrontare assume rilievo la riorganizzazione dei processi di gestione delle liste d’attesa dei ricoveri programmati “mediante l’introduzione di modelli e standard per il monitoraggio sistemico e strutturato a livello nazionale del percorso del paziente, dal momento della presa in carico della domanda, all’inserimento in lista d’attesa, all’accesso al ricovero, fino alla sua dimissione”.
Sarà importante, inoltre, proseguire nell’investimento di risorse strategiche sui piani nazionali che “rappresentano la risposta sistemica alle tematiche di salute concernenti la cronicità, le malattie rare, le cure palliative e la terapia del dolore, il contrasto all’antibiotico resistenza, la prevenzione vaccinale, le emergenze sanitarie, la prevenzione e il contrasto del cancro”.
Senza dimenticare il Programma Nazionale Equità nella salute, che interviene nelle sette Regioni del Mezzogiorno – Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia – per “rafforzare e migliorare la qualità dei servizi sanitari e rendere più equo l’accesso anche per le quote di popolazione che risentono maggiormente delle barriere di accesso al sistema”.
Il tutto avrà una grande cornice di programmazione. Nel 2024 si intende avviare il procedimento volto alla predisposizione di una proposta di Piano sanitario nazionale 2025-2027, tenendo conto che il Piano è individuato sin dalla legge 833/1978 e poi dal D.lgs. 502/92 come il principale strumento di governo e di indirizzo politico per guidare verso orientamenti unitari un sistema complesso, articolato su diversi livelli istituzionali e formato da una grande varietà di servizi, con una fitta rete di relazioni interne ed esterne. Un atto che rappresenti la visione del sistema della salute per i prossimi anni, in termini di obiettivi strategici e degli interventi necessari ad affrontare i nuovi bisogni e le profonde trasformazioni in atto nella società, così da definire una cornice a partire dalla quale possono essere concretizzati obiettivi specifici, azioni e risorse
Infine, questo l’elenco delle macroaree sulle politica sanitaria del prossimo triennio andrà ad incidere:
1. Rafforzamento del sistema di prevenzione a garanzia del benessere del cittadino, con particolare riguardo alla popolazione a rischio;
2. Sostenere politiche innovative in materia di ricerca sanitaria, anche mediante il potenziamento del sistema delle reti e la promozione del trasferimento tecnologico;
3. Implementare il sistema di sorveglianza epidemiologica e della prevenzione e contrasto alle emergenze sanitarie;
4. Ridurre le disuguaglianze tra le regioni nell’erogazione delle prestazioni sanitarie e dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), promuovendo una più stretta integrazione tra ospedale e territorio, anche attraverso la realizzazione degli interventi del PNRR, al fine di una maggiore soddisfazione di bisogni sanitari, accessibilità ai servizi, tempi di attesa e appropriatezza delle prescrizioni;
5. Valorizzare i professionisti sanitari, anche dando adeguato riconoscimento alle prestazioni svolte e compensando maggiormente le funzioni per le quali si registrano carenze, tra cui i servizi di pronto soccorso;
6. Favorire l’innovazione tecnologica nel campo dei dispositivi medici, attraverso un adeguamento delle dotazioni infrastrutturali degli enti del SSN; ridefinire le politiche nel campo delle sperimentazioni cliniche e rafforzare il sistema delle farmacie;
7. Implementare il Fascicolo sanitario elettronico, incentivare la diffusione e lo sviluppo della Telemedicina e realizzare l’ecosistema dei dati sanitari;
8. Promuovere l’efficientamento della struttura organizzativa del Ministero anche tenuto conto delle modifiche intervenute;
9. Accrescere la conoscenza degli utenti sui temi prevalenti di salute pubblica, con la promozione di apposite campagne informative rivolte alla prevenzione primaria e secondaria e al contrasto della disinformazione;
10. Impostare gli interventi per il benessere animale e a tutela della sicurezza degli alimenti in un’ottica One Health;
11. Promozione di corretti stili di vita, anche mediante politiche che mirano all’invecchiamento attivo e a prevenire e sostenere le fragilità;
12. Sviluppare politiche internazionali per la creazione di uno spazio europeo della salute con un ruolo propulsivo dell’Italia.
12 marzo 2024
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Ultimo aggiornamento
18 Marzo 2024, 21:59
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